Nel 2006 mi sono trasferita per amore (ebbene sì, fa molto dama dell’800) da Padova, metropoli, alla campagna, Treviso. Sono diventata un’immigrata…sì, ho cominciato a capire cosa si prova a perdere i propri riferimenti spaziali, visuali, relazionali. Per queste ragioni guardavo, arrabbiata e supponente, a mo’ di gran dottore, gli oriundi. La cosa è andata avanti per un po’: a Padova era sempre meglio, ça va sans dire[1]! Eppure, a un certo punto, i contesti li vivi, li conosci e, incredibilmente, cominci ad amarli. E poi arriva il covid e poi il lockdown e sei grata perché vivi a Treviso, circondata dal verde e dal silenzio, vicina al Parco dello Storga[2] dove puoi passeggiare con Arturo (no, non è tuo figlio, lo sai bene che è solo il tuo cane, ma nella tua testa e nel tuo cuore prende lo spazio dell’affetto da accudire, solo che è diverso perché ti adora sempre e non ti mette mai in discussione). E nello Storga passeggi, passeggi e non vedi mai nessuno e sei grata perché in fondo sei una solitaria, ti basta la bellezza selvaggia del bosco o, al massimo, la bellezza di un libro da leggere, sempre, rigorosamente immersa nella bellezza del silenzio. E ami Treviso perchè per te è la città del cicchetto dai Naneti, è la spesa al sabato mattina in Pescheria, è la cena da Carbone della Cì sotto la sua meravigliosa pergola che ti manca tanto, da troppo tempo, è la cena all’Odeon Colonna a fianco al mulino sul Sile, è l’aperitivo sulle mura d’estate e le fiabesche vetrine di Morandin sotto Natale o le sale del Bailo rimesso a nuovo o la Loggia dei Cavalieri con le sue installazioni…ed è tanto altro, ma il web è tiranno: niente mapponazzo[3]! E poi sei felice perchè tutto questo lo vivi a piedi con l’acqua che ti gira intorno, sempre, limpida e cangiante con l’onnipresente Arturo che vi si immerge per le abluzioni…e quindi che pensi? Che Padova rimane lì, sullo sfondo, meravigliosa, ma lontana, ormai casa è Treviso e ne sei felicemente fiera.
Francesca
[1] Va da sè.
[2] Fiume che scorre interamente nel comune di Treviso, nasce in località Sant’Artemio per procedere verso sud sfociando nel Sile.
[3] Termine che indica qualcosa di particolarmente pesante.